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LA CHIESA DI DIO

S. Gregorio di Nissa   12/3/2025

 

San Gregorio di Nissa Vescovo

Cesarea di Cappadocia, circa 335 - 395

È uno dei più importanti Padri della Chiesa d'Oriente. A lui si deve il primo trattato sulla perfezione cristiana, il «De virginitate». Nato intorno al 335, a differenza del fratello Basilio, futuro vescovo di Cesarea, inizialmente non scelse la vita monastica ma gli studi di filosofia e retorica. Fu solo dopo aver insegnato per anni che raggiune Basilio ad Annesi, sulle rive dell'Iris, dove si era ritirato insieme a Gregorio di Nazianzo. E quando Basilio fu eletto alla sede arcivescovile di Cesarea, volle i suoi due compagni come vescovi a Nissa e a Sasima. Nella sua sede episcopale Gregorio dovette affrontare non poche difficoltà: accuse mossegli dagli ariani lo portarono nel 376 all'esilio, ma quando si scoprì che erano false venne reintegrato nella sede. Nel 381 i padri che con lui parteciparono al Concilio Costantinopolitano I lo definirono la «colonna dell'ortodossia». Morì intorno al 395. (Avvenire)

Etimologia: Gregorio = colui che risveglia, dal greco

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: A Nissa in Cappadocia, nell’odierna Turchia, san Gregorio, vescovo, fratello di san Basilio Magno: illustre per vita e per dottrina, a motivo della retta fede da lui professata fu scacciato dalla sua città dall’imperatore ariano Valente.

San Gregorio di Nissa

S. Gregorio di Nissa, il più speculativo dei Padri greci del IV secolo, può essere paragonato a S. Tommaso d'Aquino per la cura che ebbe di dare ai vari problemi affrontati una risposta in sintonia con i dati della fede e al tempo stesso con le esigenze della ragione. Amante dello studio e della solitudine, fu suo malgrado posto alla guida di una diocesi, dove spesso la bontà, unita alla mancanza di senso pratico, fu giudicata ingenuità o peggio. Fu perfino accusato di sperperare i beni della Chiesa, deposto e mandato in esilio nel 376. Ma due anni dopo, riconosciute infondate le accuse mòssegli dagli ariani, venne reintegrato nella sua sede, tra le acclamazioni dei suoi fedeli che lo amavano.
Proprio in quei giorni moriva il suo celebre fratello, S. Basilio, vescovo di Cesarea. Gregorio, battezzato in giovane età, preferì alla vita ascetica del fratello Basilio la cultura classica del tempo, un misto di platonismo, aristotelismo e stoicismo. Ebbe la cattedra di retorica e per alcuni anni, dopo aver preso moglie, si dedicò all'insegnamento. Poi abbandonò tutto, moglie compresa (non si sa se fu separazione consensuale oppure vedovanza), e raggiunse il fratello Basilio e l'amico Gregorio di Nazianzo, che si erano ritirati in solitudine ad Annesi, lungo le rive dell'Iris, per dedicarsi indisturbati allo studio delle opere di Origene e di Metodio d'Olimpo. Frutto di quelle meditazioni e di quelle letture è il primo trattato sulla perfezione cristiana, il ‘De virginitate’, scritto dal Nisseno. La piccola comunità si disgregò con l'elezione di Basilio alla sede arcivescovile di Cesarea.
Basilio coinvolse tuttavia i due compagni nello stesso lavoro pastorale consacrandoli entrambi vescovi, il Nazianzeno a Sasima, "borgo di carrettieri", e il fratello a Nissa. Superate le prime difficoltà di ordine pratico e lo spiacevole incidente dell'esilio, il vescovo di Nissa fu quasi tratto a forza dall'umile sede per essere posto sul candelabro o meglio gettato nella mischia per mettere pace tra le varie Chiese orientali, sovente in discordia per questioni dottrinali e amministrative. Ebbe vari incarichi, anche da parte dell'imperatore di Costantinopoli; qui nel 381 partecipò al concilio convocato da Teodosio. I padri concliari, ammirati della sua preparazione filosofica e teologica, lo definirono "colonna dell'ortodossia". Nel 394 comparve a un altro sinodo di Costantinopoli. Questa è l'ultima notizia che riguarda il Nisseno, la cui morte viene comunemente fissata nel 395. Sono celebri le sue omelie e le sue orazioni funebri dei personaggi più in vista del tempo.