Il Martyrologium Romanum cita in data odierna i santi Maurizio, Candido, Essuperio, che con i soldati loro compagni ed il veterano Vittore affrontarono il martirio in odio alla loro fede. Per meglio comprendere l’origine del culto di questi intrepidi testimoni della fede cristiana, occorre però ripercorrere brevemente la vicenda della celebre Legione Tebea, alla quale la pietà popolare ha sempre riservato una particolare devozione.
La leggenda della Legione Tebea La fonte principale e storicamente più attendibile pervenutaci circa San Maurizio e la celebre Legione Tebea da lui capeggiata è costituita dalla “Passio martyrum Acaunensium” attribuita a Sant’Eucherio di Lione. La versione che ci è stata tramandata risale solo al IX secolo, ma il santo vescovo lionese citava già la sua opera in una lettera indirizzata al vescovo Salvio verso il 440, affermando che a quel tempo la tradizione orale in merito era già attestata da almeno un secolo. Lo studioso tedesco D. Van Berchem negli anni ’40 del XX secolo esaminò l’antica “passio”, giungendo alla conclusione che la fonte del racconto orale fosse San Teodoro (detto anche Teodulo) di Octoduro, primo vescovo del cantone svizzero del Vallese nel IV secolo. Questi importò assai probabilmente la leggenda dall’Oriente, in base a cui Maurizio fu martirizzato con i suoi soldati, forse né tebani né costituenti una vera e propria legione. Secondo la narrazione di Eucherio, arricchita di parecchi elementi fantasiosi, l’imperatore romano Massimiano guidò un esercito per contrastare una rivolta fomentata da un gruppo di galli, i bagaudi, e giunto nei pressi di Octodurum (odierna città svizzera di Martygny), oltre il passo alpino del Gran San Bernardo, diede ordine ai suoi uomini di compiere un sacrificio in onore degli dei per impetrare da loro il successo della spedizione in corso. Un’unità dell’esercito imperiale era appunto la famigerata egione Tebea, i cui membri come dice il nome erano stati reclutati nell’Egitto settentrinale ed erano di religione cristiana. Questi valorosi seguaci di Cristo, senza eccezioni, rifiutarono fermamente di sacrificare a degli dei pagani in cui non credevano e si ritirarono dunque nella vicina Agaunum (odierna Saint-Maurice-en-Valais), guidati dal loro “primicerius” e portavoce Maurizio. L’imperatore li invitò ripetutamente invano a tornare sui loro passi ed infine ordinò la loro decimazione. Ma i soldati, incoraggiati da Maurizio e dagli altri ufficiali, furono irremovibili dalla loro decisione sino alla fine. Conclusasi tale violenta persecuzione pare fossero stati uccisi ben 6600 (o secondo alcune fonti 6666) soldati. Il Martyrologium Romanum, nella sua ultima edizione, si limita a citare esplicitamente i nomi di Maurizio, Candido, Essuperio e del veterano Vittore, quest’ultimo forse proveniente da un altra legione ma ucciso anch’egli in quanto dichiaratosi cristiano. Maurizio ed i suoi compagni avevano comunque scritto all’imparatore una lettere onde spiegargli le valide motivazioni della loro ribellione: “Siamo tuoi soldati, ma anche servi di Dio, cosa che noi riconosciamo francamente. A te dobbiamo il servizio militare, a lui l’integrità e la salute, da te abbiamo percepito il salario, da lui il principio della vita [...]. Metteremo le nostre mani contro qualunque nemico, ma non le macchieremo col sangue degli innocenti [...]. Noi facciamo professione di fede in Dio Padre Creatore di tutte le cose e crediamo che suo Figlio Gesù Cristo sia Dio. Siamo stati spruzzati dal sangue dei nostri fratelli e commilitoni, ma non ci affliggemmo, alzammo le nostre lodi perchè erano stati ritenuti degni di partire per il loro Signore Dio. Ecco deponiamo le armi [...] preferiamo morire innocenti che uccidere e vivere colpevoli [...] non neghiamo di essere cristiani [...] perciò non possiamo perseguitare i cristiani”. Assai probabilmente Eucherio inventò le parole con cui i martirizzandi espressero le loro rimostranze, affermando che rifiutarono di uccidere dei cristiani che in realtà non erano nemici dell’autorità imperiale e non menzionando i bagaudi. Inoltre la “passio” più tardiva aggiunse al gruppo i nomi di Innocenzo e Vitale, in quanto i loro corpi vennero rinvenuti dopo secoli nella vallata del Rodano. Comunque, anche se i numeri citati paiono esagerati ed alcuni dettagli della leggenda furono aggiunti nel V secolo, sembra effettivamente essersi verificato un effettivo spargimento di sangue cristiano alla base della tradizione.
Il culto ieri e oggi Il culto nei confronti dei martiri risalirebbe dunque al IV secolo, durante il quale il suddetto San Teodulo fece edificare la basilica ancora oggi esistente per ospitarne le reliquie. In occasione della visita di San Martino di Tours si verificò un evento miracoloso: la terra iniziò a trasudare sangue indicano così il luogo ove riposavano i santi resti sulle rive del Rodano ed egli lo raccolse in appositi vasetti per distribuirlo a varie chiese. Eucherio ricorda che “molti giungevano da diverse province per onorare devotamente questi santi, e offrire dono d’oro, d’argento, e altri oggetti”, oggi conservati nel piccolo museo adiacente la basilica, a Brzeg in Polonia ed a Torino. La chiesa costruita presso Agaunum divenne successivamente il nucleo di un abbazia, grazie al re burgundo San Sigismondo, la prima in Occidente a recitare l’Ufficio divino per l’intera giornata, grazie ad un ciclo di cori. Oggi è affidata agli agostiniani Canonici Regolari Lateranensi, che annualmente ogni 22 settembre, giorno della festa secondo il Martyrologium Romanum, organizzazo la processione con le reliquie per le strade del paese. Il culto nei confronti si San Maurizio si diffuse molto, come vedremo tra poco, in particolar modo nei territori sabaudi. Ancora oggi il calendario liturgico della Regione Pastorale Piemontese riporta la sua memoria nella data suddetta.
Il legame con Casa Savoia Per secoli santuario nazionale del regno burgundo, l’antica Agaunum divenne con l’avvento di Casa Savoia, che conquistò per un certo periodo il Vallese occidentale, al centro della devozione dei popoli governati dalla dinastia sabauda. Questo particolare legame tra San Maurizio ed il nobile casato culminò nel 1434 con la fondazione da parte del duca Amedeo VIII di un ordine cavalleresco a lui dedicato. Nel 1572 Emanuele Filiberto lo trasformò poi nell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, tuttora costituzionalmente riconosciuto dalla Repubblica Italiana. Il duca fece inoltre traslare da Saint-Maurice a Torino parte delle reliquie del capitano della Legione Tebea, nonchè la sua spada, la croce e l’anello, transitando per Aosta, Ivrea e Chivasso. Oggi riposano ancora nella martoriata Cappella della Sindone ed in epoca preconciliare la teca contenente le reliquie del soldato veniva esposta alla venerazione dei fedeli ogni 15 gennaio, anniversario della traslazione. Un importante corso di Torino, adiacente ai Giardini Reali porta ancora oggi il nome di San Maurizio.
Patronati San Maurizio è oggi considerato innanzitutto quale patrono di Casa Savoia e dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, ma anche di altri ordini cavallereschi quale quello del Toson d’Oro di Spagna e Austria. Inoltre sotto il patronato del santo sono posti i soldati, in particolare degli Alpini, delle Guardie Svizzere e dell’Esercito Francese Alpino. Le chiese in onore di San Maurizio iniziarono a pullulare in Valle d’Aosta, Piemonte, Francia, Germania e Svizzera. In quest’ultima nazione gli fu intitolata nella zona tedesca la città di St-Moritz, otto città inglesi, cinquantadue in Francia tra cui la più celebre è Bourg-Saint-Maurice in Savoia, in Piemonte San Maurizio Canavese nonchè San Maurizio di Opaglio nel novarese, dove il santo e la sua legione sarebbero transitati, ed infine in Liguria Porto Maurizio.
Iconografia L’iconografia relativa a San Maurizio ed ai legionari tebei in genere è solita presentarli con tutti gli attributi tipici dei soldati martiri: la palma del martirio, la spada, lo stendardo con croce rossa in campo bianco e la Croce Mauriziana, cioè trilobata, sul petto. Non mancano le loro raffigurazioni equestri. Spesso possono essere raffigurati con la carnagione scura, a ricordo della loro provenienza africana. Un dipinto conservato alla National Gallery di Londra, del Maestro di Liesborn, lo ritrae cavaliere con il papa San Gregorio Magno e Sant’Agostino d’Ippona. L’opera più splendida è però la scena del martirio di El Greco, conservata all’Escorial nei pressi di Madrid.
Venerazione ecumenica Il presupposto che i due martiri ed un numero imprecisato di loro leggendari compagni abbiano militato nella Legione Tebea ha automaticamente conferito loro la presunta nazionalità egiziana e ciò ha contribuito alla diffusione del culto anche presso la Chiesa Copta, che venera dunque specificatamente non solo San Maurizio ma anche tutti quei suoi leggendari compagni il cui ricordo si è diffuso in un qualche piccolo santuario d’Europa. In particolare il Patriarca di Alessandria e di Tutta l’Africa Papa Shenoud tramite un suo delegato ricevette in dono nel 1991 alcune reliquie dei santi Maurizio, Cassio e Fiorenzo. Anche altre Chiese orientali venerano comunque i martiri della Legione Tebea, in quanto vissuti prima degli scismi vari. Anche nel mondo protestante, infine, Maurizio è commemorato quale testimone della fede cristiana.
ALTRI SANTI MARTIRI DELLA LEGIONE TEBEA
Come già detto, la pietà popolare ha sempre riservato una particolare devozione verso i militi tebei ed ha leggendariamente arruolato all’ “Angelica Legio” una folta schiera di martiri spesso non meglio identificabili.
Secondo cronache successive alla “primitiva passio” solo due furono i soldati scampati all’eccidio di Agaunum, ufficialmente riconosciuti come tali anche dal Martyrologium Romanum e festeggiati al 30 settembre: 92655 - Santi Urso e Vittore, 30 settembre. Inoltre sempre aggiunte tardive inserirono altri due nominativi al gruppo festeggiato al 22 settembre, oggi non più menzionati dal martirologio: 92716 - Santi Innocenzo e Vitale, 22 settembre. Un po’ ovunque iniziarono però a fiorire leggende su altri soldati miracolosamente scampati al massacro, che avrebbero trovato rifugio in svariate località, ove intrapresero una capillare opera di evangelizzazione per poi subire anch’essi il martirio.
Nel Vecchio Continente se ne contano all’incirca 400, così suddivisi geograficamente: 58 in Piemonte, 15 in Lombardia, 2 in Emilia, 10 in Francia, 325 in Germania, 5 in Svizzera e 2 in Spagna. E questo non è purtroppo che un incompleto e sommario elenco.
Alcuni di questi santi sono ancora oggi commemorati in diverse date dal martirologio cattolico, che però evita di citare la loro presunta appartenenza alla Legione Tebea: 35400 - Sant' Avventore, 20 novembre 92514 - Santi Cassio e Fiorenzo, 10 ottobre 92463 - San Felice, 11 settembre 92611 - San Gereone e Compagni, 10 ottobre 35450 - Sant' Ottavio, 20 novembre 92464 - Santa Regola, 11 settembre 35500 - San Solutore, 20 novembre 92659 - Santi Vittore e Malloso, 10 ottobre
Culto estremamente locale è invece tributato ai numerosi santi dei quali si riporta di seguito il collegamento alle loro singole schede, se presenti, oppure alcune scarne notizie sul loro culto: 69850 - Sant'Albano 34250 - Sant'Alessandro di Bergamo, 26 agosto 72500 - Sant'Antonino di Piacenza, 30 settembre 59900 - Sant' Attilio, 28 giugno 92044 - San Besso, 10 agosto (1° dicembre) 90203 - San Chiaffredo di Saluzzo, 7 settembre 92582 - Santi Costanzo e compagni, 18 settembre 90201 - San Defendente di Tebe, 2 gennaio 92465 - Sant' Essuperanzio, 11 settembre 92658 - San Fiorenzo, venerato a Bastia Mondovì, Senza data 91526 - San Fortunato di Casei, 16 ottobre e III domenica di ottobre 91526 - Santi Graziano e Felino, Carpoforo e Fedele, 13 marzo 92046 - San Magno, venerato a Cuneo, 19 agosto 90566 - San Marchese, venerato ad Altessano, prima domenica di settembre 91212 - San Martiniano, venerato a Torino e Pecco, 5 dicembre 90619 - Santi Matteo e Gusmeo, 11 settembre 65700 - Santi Maurizio, Giorgio e Tiberio, 24 aprile 90234 - San Paragorio e compagni, venerati a Noli, 7 settembre 90565 - San Ponzio, venerati a Pradleves, 23 giugno 92328 - San Secondo, 26 agosto 92414 - San Tegulo (Tegolo), 25 ottobre 92320 - San Valeriano, venerato a Cumiana, 14 aprile 67200 - Santi Vittore e compagni, venerati a Pollenzo, 13 maggio
Sant’Abbondio Venerato a Caramagna Piemonte (CN), nel cui territorio sarebbe stato martirizzato.
Santi Alverio e Sebastiano Venerati a Fossano (CN) nella Collegiata di San Giovenale e festeggiati il 26 gennaio. Martirizzati nei pressi di Romanisio, antico nome dell’odierna Fossano, i loro resti mortali furono rinvenuti il 26 gennaio 1427 in un campo attiguo all’antica chiesa parrocchiale di San Martino. Dal sottosuolo provenì infatti per diversi giorni un’arcana melodia, che venne udita dai contadini del vicinato. Riposti in due preziosi reliquiari, i santi resti furono allora trasferiti nella Collegiata di San Giovenale e da allora i due santi vennero invocati come compatroni della città di Fossano.
Sant’Alvazio Venerato a Rivalta (TO).
Sant’Amanzio Venerato a Rivalba Torinese, ove una cappella con affreschi del XIV secolo ne perpetua la memoria e nella cui chiesa parrocchiale si conservano delle reliquie.
Sant’Antonino Venerato a Sant’Antonino di Susa (TO), ove è raffigurato in veste talare, nonchè presso Lombardore e Meana, in abiti da legionario tebeo.
San Barolo Venerato a Barolo (CN).
San Benetetto Venerato presso Vistrorio, ove l’urna contenente le sue reliquie viene esposta durante la Messa la terza domenica d’ottobre, giorno della sua festa.
San Celestino Nella Chiesa di Santa Marta in San Giorgio Canavese si conserva un’ampolla contenente grumi del suo sangue. E’ festeggiato la prima domenica di ottobre.
San Cesario Venerato a Caramagna Piemonte (CN).
San Cosano Venerato in Val di Susa, in particolare presso Novalesa.
San Costantino Venerato presso Dronero (CN), quale compagno del più celebre San Costanzo.
San Crisogono Venerato presso Saluzzo (CN).
San Damiano Venerato in Val di Susa, in particolare presso Novalesa.
San Demetrio Venerato a Caramagna Piemonte (CN).
San Desiderio Venerato a Caramagna Piemonte (CN).
Sant’Evenzio (Evence) Venerato presso Cly (AO), è considerato un milite della leggione tebea, ma talvolta anche un pastore o un eremita, sul quale sorsero leggende circa l’amicizia ed i miracoli che lo legarono ai santi Giuliano e Pantaleone, anch’essi eremiti fra le montagne valdostane.
San Felice La chiesa di San Felice in Borgo Ritania, presso Torre San Giorgio(CN), custodisce le reliquie di questo martire, racchiuse nella statua dormiente del martire, che viene portata annualmente in processione la prima domenica di agosto, giorno della sua festa. Una scritta spiega: “Qui giacciono per essere onorate con preghiera, le ossa benevole del divo Felice, che morì per Cristo”. Il santo è inoltre venerato presso Colleretto, Frugarolo, Ghislarengo, Monticello d’Alba e Cinaglio. Relativamente a quest’ultima località, sita in diocesi di Asti, il calendario della Regione Pastorale Piemontese riporta il culto locale di San Felice in data 12 luglio.
San Gillio (Egidio) Venerato a San Gillio (TO) e Susa.
San Giorio (Jorio) Venerato presso San Giorio, in Val di Susa, dove sarebbe stato martirizzato, ed inoltre presso Mazzè. E’ spesso confuso con il celebre San Giorgio raffigurato con il drago, a causa della quasi omonimia e della festa comune al 23 aprile.
San Giovenale Venerato ad Andrate, presso cui avrebbe trovato il martirio per mano dei soldati imperiali. Sul luogo dell’eccidio venne innalzata una cappella campestre, poi divenuta cimiteriale. Una leggenda vuole che il santo sia sempre stato protettore del paese dagli attacchi dei lupi, un tempo numerosi nella zona. Parte delle sue reliquie sono venerate nella Caattedrale di Ivrea con quelle dei santi Besso, Tegolo e Sulpizio. Anche in una cappella laterale del duomo torinese si venera il martire tebeo San Giovenale.
San Giuliano Venerato presso Fénis (AO), è considerato un milite della leggione tebea, ma talvolta anche un pastore o un eremita, sul quale sorsero leggende circa l’amicizia ed i miracoli che lo legarono ai santi Evenzio e Pantaleone, anch’essi eremiti fra le montagne valdostane. Secondo una tradizione locale il santo avrebbe sostenuto dapprima la schiavitù nelle locali miniere ed in seguito il martirio, precipitato dal monte che da lui prese il nome. Nell’eremo di Mont-Saint-Julien è dunque festeggiato il primo giovedì di maggio. Secondo la leggenda le reliquie del santo si troverebbe murate dietro l’altare della piccola cappella. Non è certo però se si tratti del medesimo San Giuliano a cui è dedicata un’antica chiesa vercellese e venerato nella cattedrale dove si custodisce un reliquiario contenete una parte del braccio.
Santi Giuliano, Bisuzio, Isidoro e Martiniano Uccisi a Torino presso la Dora Riparia, sono festeggiati il 28 agosto. Giuliano è venerato a Baldissero Torinese, Fenils (Cesana), Druento, San Giuliano di Susa, Torino, Val della Torre e Barbania. In quest’ultima località se ne conservano le reliquie. Sant’Isidoro è venerato anche a Saluzzo.
Sant’Ippolito Venerato a Bardonecchia (TO)
San Longino Venerato a Caramagna Piemonte (CN).
Santi Mariano e Prospero Venerati a Mondovì ed i loro corpi sono conservati nella chiesa di San Pietro di Breo.
San Martino Venerato a Rivoli.
San Mauro Venerato a San Mauro Torinese (TO) ed a Caramagna Piemonte (CN), talvolta confuso con l’omonimo discepolo di San Benedetto. Del santo in questione, invece, fu effettuata nel 1821 la ricognizione delle reliquie alla presenza dell’arcivescovo torinese. Ancora oggi esse sono custodite nella chiesa parrocchiale di Santa Maria di Pulcherada in San Mauro Torinese, ove è festeggiato la terza domenica di settembre.
San Mombo o Membotto Patrono di Moiola (CN) in Valle Stura, confuso con un prete benedettino vissuto nella Svizzera tedesca nel XII secolo e martirizzato nella cittadina di Alberschwende il 23 marzo 1120. Un tempo era festeggiato la prima domenica di settembre, ma ultimamente l’ultima di agosto.
Sant’Olimpio Venerato a Saluzzo (CN).
Sant’Osterio o Asterio Venerato a Caramagna Piemonte (CN).
San Pancrazio San Pancrazio, da non confondere con l’omonimo giovane martire romano a cui è invece dedicato il santuario di Pianezza, è venerato a Villar Dora (TO) e figura negli affreschi del santuario di Castelmagno in abiti da legionario tebeo insieme con San Magno ed altri compagni.
San Pantaleone Venerato presso Torgnon (AO), è considerato un milite della leggione tebea, ma talvolta anche un pastore o un eremita, sul quale sorsero leggende circa l’amicizia ed i miracoli che lo legarono ai santi Evenzio e Giuliano, anch’essi eremiti fra le montagne valdostane. Questo santo è spesso confuso con l’omonimo martire orientale festeggiato come lui al 27 luglio. Nei boschi nei dintorni di Torgnon, sul Colle Saint-Pantaleon, sorge ancora oggi una cappella a lui dedicata sul luogo dove avrebbe trascorso il suo eremitaggio.
San Pelagio Venerato in Val di Susa, in particolare presso Novalesa.
San Porciero (Porcier) Secondo la tradizione da lui trarrebbe il nome il paese valdostano di Champorcher. E’ ritenuto amico di San Besso, martirizzato nella vicina Valle Soana.
San Prospero Patrono di Romano Canavese (TO), nella cui chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore sono custodite le reliquie. La festa è celebrata la prima domenica di settembre.
San Restituto Venerato a Sauze di Cesana (TO), ove gli è dedicata una chiesa in cui egli è raffigurato come un militare a cavallo e presso la quale se ne celebra la festa il 29 maggio.
San Quirico Martirizzato presso Murisengo nel Monferrato, gli è dedicata la torre romanica di Odolengo. E’ festeggiato l’11 marzo.
San Secondo di Pinerolo Raggiunse il Pinerolese con Valeriano, Maurizio, Giorgio e Tiberio, per trovare il martirio presso San Secondo di Pinerolo (TO). Non va confuso con l’omonimo martire tebeo venerato a Salussola, Torino e Ventimiglia.
Santa Serena Venerata in Val di Susa, in particolare presso Novalesa.
San Sulpizio Venerato nel Canavese, ove subì il martirio come i santi Giovenale e Tegolo.
San Teodoro Venerato a Saluzzo (CN) e Vercelli.
San Valerio Venerato a Casale (AL).
San Vitale Nella chiesa parrocchiale di San Giorgio Canavese è custodita l’urna contenente il suo corpo ed accanto l’ampolla del sangue.
San Vittore (Vittorio) Patrono di Caselle Torinese, Asigliano, Feletto, Borghetto, Canale, Odolengo e Quagliuzzo.
PREGHIERA a San Maurizio e compagni
O glorioso San Maurizio, che dopo aver edificato i compagni con una condotta esemplare di vita, li hai incoraggiati a versare il proprio sangue per la confessione della fede e li hai visti felici di dare la vita per Cristo e per il Vangelo, ottienici la grazia di testimoniare fino alla effusione del sangue la nostra fede piuttosto che comprometterci con il male e con il peccato e di saper soffrire per amore di Cristo. Gloria al Padre... O glorioso San Maurizio, che una volta convertito al cristianesimo, diventasti con la parola e con l’esempio testimone autentico e coraggioso degli insegnamenti di Cristo verso i compagni, ottienici la grazia di esprimere la nostra fede in una chiara testimonianza di vita, per essere nel mondo segni luminosi della verità che salva. Gloria al Padre... O glorioso San Maurizio, che hai ottenuto la grazia di coronare col martirio la fede professata nella vita, per cui godi ora la gioia di vedere in eterno il tuo Creatore e Redentore, ottienici la grazia di esercitare costantemente le virtù cristiane per ricevere come premio la beata visione di Dio. Gloria al Padre... O glorioso San Maurizio, che seguendo il Cristo sulla via della Croce sei divenuto testimone e maestro di virtù per tanti fratelli, aiutaci a professare con coraggio la nostra fede e, fedeli al Vangelo, a edificare un mondo più giusto e fraterno. Gloria al Padre... O glorioso San Maurizio, che coronasti la tua la tua vita terrena con la palma del martirio insieme ai tuoi compagni d’arme e di fede della legione tebea, spargendo il tuo sangue per Nostro Signore Gesù Cristo, e che da allora in poi prendesti a proteggere le nostre terre subalpine e fosti nel corso dei secoli proclamato Patrono Principale degli Stati Sabaudi, vieni in aiuto della nostra Italia; ottieni dal Cuore Sacratissimo di Gesù, grazie all’intercessione della nostra Madre Celeste Maria Immacolata, che Essa riviva e riprenda il corso della sua gloriosa storia nella pratica costante e perfetta della vita cristiana. Gloria al Padre...
Autore: Fabio Arduino
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